Ecco la statua di Rory Gallagher che non convince Belfast
Il rock’n’roll è sicuramente meno divisivo della statua di Rory Gallagher. Inaugurata a Belfast, davanti all’Ulster Hall, la nuova creazione ha già attirato ammirazione e lamentele. Il leggendario chitarrista, che suonava mentre il conflitto nordirlandese seminava vittime e terrore, è morto prematuramente per le complicanze legate al trapianto di fegato. Nel 2025 ricorre il 30° anniversario della scomparsa.
La statua a grandezza naturale, che si ispira a una copertina del 1972 del periodico britannico Melody Maker in cui Rory Gallagher era raffigurato sul palco dell’Ulster Hall. L’opera di Anto Brennan, Jessica Checkley, e David O’Brien, della Bronze Art Ireland non piace ad alcuni fan. Il problema è la chitarra che imbraccia, ovvero una Fender Telecaster, mentre il chitarrista era meglio conosciuto per aver suonato la Fender Stratocaster. Nono solo, anche la raffigurazione non gli farebbe abbastanza onore: “Sembra una donna” o una “Grande statua di Bonnie Raitt” e ancora “Il viso non gli assomiglia affatto e la metà superiore del corpo sembra femminile” per completezza “Sembra più David Coverdale che Rory, purtroppo”.
Nato a Ballyshannon e cresciuto a Cork, Gallagher si trasferì nel 1967 a Belfast, città che sarebbe diventata una pietra miliare del suo percorso musicale. I Taste furono il suo primo trio blues-rock e suonarono in club come il Sammy Huston’s, il The Maritime e il Club Rado. L’ultimo concerto dei Taste, con John Wilson e Richard McCracken, si tenne alla Queen’s University nel 1970.
All’inizio della sua carriera da solista, Gallagher formò una nuova band con il batterista Wilgar Campbell e il bassista Gerry McAvoy. In seguito avrebbe coinvolto Lou Martin e Brendan O’Neill, musicisti di Belfast, che avrebbero contribuito a plasmare la sua carriera. Gallagher è rinomato per il suo modo di suonare e la sua dedizione tanto da conquistarsi il titolo di musicista rock irlandese. Ha venduto milioni di dischi.