Ballymote è definita come una città mercato e deve la sua notorietà all’omonimo castello e al famoso libro, prima testimonianza documentale della storia d’Irlanda. Ballymote (Baile an Mhóta, che vuol dire “città del tumulo”, custodisce probabilmente l’ultima roccaforte normanna. La fortezza sarebbe servita per difendere i possedimenti conquistati da Richard Óg de Burgh, II conte di Ulster (noto come il conte rosso), nella contea di Sligo. Non c’è molto altro da vedere se non la Chiesa dell’Immacolata Concezione e la statua (il soldato al cavallo) di recente inaugurazione in memoria dei militari irlandesi morti durante la guerra civile americana.
È consigliato dormire a Ballymote prenotando subito una struttura alberghiera della zona. Per mangiare piatti locali è suggerito fare riferimento ai seguente Coach House, McDermott’s Restaurant and Bar, The Fox’s Den, The Picnic Basket, Nooke e The Crossbar.
Castello di Ballymote
Il castello di Ballymote è una costruzione in rovina, anche se tutto sommato ben mantenuto in quanto a simmetria. Inquadrato dall’alto è facile notare tutti i particolari, come l’ingresso a doppia porta turrito e le due torri a forma di D. Nonostante l’abbandono, la roccaforte di Ballymote mantiene un certo fascino sarà per le sue mura spess 3 metri o perché l’edificazione fu pensata per accedere alle torri a diverse altezze. Non è chiaro, ma leggende metropolitane sostengono che i passaggi sotterranei colleghino il castello alla chiesa di Emlaghfad.
Book of Ballymote
Il Libro di Ballymote (Leabhar Bhaile an Mhóta) è un manoscritto del XIV secolo. Come il Book of Kells, ora custodito al Trinity College di Dublino, anche questo libro ha dovuto peregrinare. Dapprima in mano ai McDonagh di Corran, passò agli O’Donnell. Dal 1620 al 1767 fu custodito al Trinity College, successivamente scomparso e ritrovato a Borgogna, in Francia. Nel 1785 fu restituito alla Royal Irish Academy dove rimase come uno dei beni più preziosi dell’Accademia. Il Book of Ballymote contiene trattati sulla storia dei popoli ebrei; San Patrizio e la sua famiglia; le istruzioni di Cormac a un re; e un’indagine fisica e geologica dell’Irlanda. Parte dell’opera è dedicata alle saghe di Finn e Brian Boru, e al Lebor na Cert (Libro dei diritti). Contiene anche trattati sulla metrica e sul mestiere di poeta, e sulla scrittura e la lingua Ogham. Il libro termina con diverse traduzioni dal greco: la distruzione di Troia e le peregrinazioni di Ulisse, seguite da un riassunto dell’Eneide di Virgilio, a cominciare dal discorso di Nestore ai Greci.