I normanni
La morte di Boru segnò una svolta nella storia dell’Irlanda, con il consolidamento di piccoli regni. Alcune dinastie cercavano di imporsi sulle altre e il sovrano del Leinster, Diarmait Mac Murchada, fu costretto all’esilio dall’Irlanda. Rifugiatosi in Aquitania ottenne il benestare di Enrico II e il conseguente aiuto dei Normanni per la riconquista del suo regno. Le forze normanne arrivarono in Irlanda nel 1169 e ottemperarono al proprio dovere. Diarmait nominò erede Riccardo di Clare, II conte di Pembroke, suo genero, allertando lo stesso Enrico II.
Enrico II d‘Inghilterra e l’invasione inglese
Più tardi nel 1171 sbarcò in Irlanda Enrico II d’Inghilterra, al comando di un esercito anglo-normanno. Portava con sé una bolla del papa inglese Adriano IV, che l’autorizzava la conquista dell’Irlanda: «per proclamare la verità della fede cristiana a questo popolo rozzo e ignorante». Fu l’inizio della colonizzazione dell’Irlanda. Nel 1366 Edoardo III con lo statuto di Kilkenny vietò a tutti gli inglesi di adottare i costumi o di obbedire a leggi gaeliche, di tenere presso di sé poeti e arpisti irlandesi e scoraggiò in Irlanda i matrimoni misti. Nel 1494 la Poynings’ Law estese all’Irlanda tutte le leggi inglesi esistenti in Inghilterra.
Enrico VIII: dalla riforma alla Protestant Ascendancy
La Riforma fu introdotta da Enrico VIII che nel 1541 applicò all’Irlanda l’Act of Supremacy, assumendo il titolo di re («Dominus»). Repressioni, persecuzioni religiose e confische di beni continuarono in Irlanda durante il regno di Elisabetta I nonostante la resistenza della popolazione. Nel 1603, dopo la sconfitta dei capi delle antiche stirpi, non restava ormai più niente del codice Brehon. Così gli irlandesi erano ormai a tutti gli effetti sudditi del re senza alcun vincolo di sottomissione ai capi gaelici dell’Irlanda.
Nel 1610, sotto Giacomo I, ebbe inizio una vera e propria opera di colonizzazione che sconvolse la struttura sociale dell’Irlanda. Nel 1695 furono approvate le Penal Laws che privarono i cattolici d’Irlanda del diritto di voto, li esclusero dall’esercito, dall’amministrazione, locale e centrale, e dalla magistratura. Solo agli scozzesi insediatisi in Ulster nel corso del ‘600, per lo più di religione presbiteriana, fu riservato un trattamento migliore. I protestanti anglo-irlandesi, discendenti dei coloni del periodo Tudor e del XVII secolo, di lingua inglese e di religione anglicana, diventarono la cosiddetta Protestant Ascendancy, la classe dominante «protestante» d’Irlanda.