Il romanzo è ambientato nella Londra vittoriana del XIX secolo, che all’epoca era pervasa da una mentalità tipicamente borghese. Il ritratto di Dorian Gray è quasi un compendio della “filosofia” wildiana nella sua ricerca della sensazione intensa e rara, nella negazione di ogni credo o sentimento che sottolinea con forza la supremazia dell’artista sulle leggi morali e sulle convenzioni sociali. Idee che Oscar Wilde praticò e pagò in prima persona, volendo “vivere la propria vita come un’opera d’arte” e difendendo, attraverso la grazia scherzosa e paradossale del suo inimitabile stile, i valori dell’arte, della cultura, dell’uomo.
(Autore), B. Bini
Scheda
Il ritratto di Dorian Gray narra di un giovane di bell’aspetto, che arriverà a fare della sua bellezza un rito insano. Egli inizia a rendersi conto del privilegio del suo fascino quando Basil Hallward, un pittore suo amico, gli regala un ritratto da lui dipinto, che lo riproduce nel pieno della gioventù.
Lord Henry Wotton avrà un ruolo decisivo nella vita di Dorian Gray, che conosce proprio presso lo studio di Hallward: Wotton, con i suoi discorsi estremamente articolati, cattura l’attenzione del ragazzo, rendendolo, a poco a poco, quasi l’incarnazione del suo modo di pensare. Dorian, dopo un lungo discorso con Wotton, comincia a guardare la giovinezza come qualcosa di veramente importante, tanto da provare invidia verso il suo stesso ritratto, che sarà eternamente bello e giovane mentre lui invecchierà. Colpito dal panico, il protagonista arriva a stipulare una sorta di “patto col demonio”, grazie al quale rimarrà eternamente giovane e bello, mentre il quadro mostrerà i segni della decadenza fisica e della corruzione morale del personaggio.
L’importanza dell’opera
Il ritratto di Dorian Gray (1890) diventò una specie di vangelo del decadentismo e dell’estetismo in cui sono assolutamente evidenti i tratti autobiografici, e le ossessioni dell’autore emergono dalla storia di Lord Dorian.
La produzione artistica di Oscar Wilde non è pero limitata alle sue opere, egli le superò nel progetto di fare della sua vita un’opera d’arte, in cui relazioni, mondanità, cultura, sentimenti, amore per l’eccesso valessero come pennellate di un affresco in continuo divenire: da qui l’egocentrismo e il culto di sé, la fedeltà alle sue idee nella rivoluzione del gusto.