La storia del St. Patrick’s Day, colorata e stravagante, ebbe inizio da un pensiero nostalgico della madrepatria, vite di emigranti irlandesi arrivati negli Usa in cerca di un posto migliore. Nelle grandi città d’America dove l’afflusso migratorio è stato più consistente, e dove spesso gli irlandesi esercitarono il potere politico, sono state organizzate celebrazioni con sfilate imponenti. Boston ha tenuto la sua prima parata del giorno di San Patrizio nel 1737, seguita da New York City nel 1762. Dal 1962 Chicago colora di verde il fiume per celebrare la festa. Ancora prima di Boston c’è una lettera del 1713 – ritrovata dal Dr Tony Murray, curatore dell’Archivio degli irlandesi in Gran Bretagna – inviata dallo scrittore Jonathan Swift alla sua amica Esther Johnson in cui ricorda il Mall a Londra “così pieno di croci da pensare che il mondo fosse irlandese”. Ancora precedente la festa di San Patrizio era elencata come giorno santo nel calendario legale irlandese già nel 1607, riconosciuta dal Vaticano nel calendario religioso a partire dal 1631.
Usa, le origini della festa colorata
Ad ogni modo le celebrazioni del St Patrick’s Day così come le conosciamo con le sfilate colorate, bande, artisti e figuranti si devono agli irlandesi negli Usa. Secondo l’US Census Bureau circa 32 milioni di americani, il 9,7% della popolazione totale, sono stati identificati come irlandesi. L’immigrazione irlandese nelle Americhe risale già al XVI e XVII secolo, servi a contratto dei Tudor (inglesi) che rapidamente costituirono delle colonie europee negli Usa e più tardi per via della Grande Carestia.
Non è un caso, dunque, se la storia americana si incrocia con quella irlandese. Tra l’altro in epoca coloniale la metà degli irlandesi negli Stati Uniti provenivano dall’Ulster, dunque di religione protestante sebbene la tendenza portasse al cattolicesimo. Dall’emigrazione dall’Irlanda alle Tredici Colonie, passando dalla Guerra dei Sette Anni alla Guerra d’Indipendenza Americana, irlandesi e americani sono stati spesso impegnati sullo stesso fronte. Una “comunione” cha ha contribuito storicamente a far riconoscere le tradizioni delle comunità irlandesi e dunque anche del St Patrick’s Day negli Usa. Anche la festa di Halloween accomuna i due Paesi.
E così fino alla Prima Guerra Mondiale mentre a Dublino il giorno di San Patrizio era una giornata di tranquilla osservanza, con un’iniziativa al castello di Dublino che prevedeva un corteo colorato e un grande banchetto serale riservato all’élite della società (addirittura i pub in tutto il paese restavano chiusi il 17 marzo), il St Patrick’s Day negli Usa era pura esaltazione che portò a un’inevitabile diaspora. Poiché gli immigrati irlandesi e i loro discendenti erano saliti tra i ranghi della società Usa, ben presto le celebrazioni annuali si trasformarono in eventi vistosi e irrinunciabili come a New York, Boston e Chicago e altre città cui New Orleans, Savannah e San Francisco.
La festa in Irlanda
È il 1915 quando la storia del St. Patrick’s Day prese corpo in Irlanda, nonostante fosse in corso la guerra. A Dublino la festa al Castello fu cancellata, complice il clima favorevole la gente si riversò nel sobborgo costiero di Baldoyle per assistere alla corsa, ai giardini botanici e nello zoo di Dublino indossando un trifoglio come simbolo di omaggio a San Patrizio. Alcuni reggimenti militari come Royal Irish Rifles, l’Irish Regiment e gli Inniskilling Fusiliers furono protagonisti nelle caserme aperte al pubblico con spettacoli sportivi. La contessa di Limerick regalò a tutti i soldati un trifoglio per i loro berretti. Dublino vide per le sue strada le unità di volontariato marciare nel centro città dopo la Santa Messa. Tutto si consumò in un solo giorno. Se fuori la festa creava un’atmosfera piacevole il clima politico restò teso, perché negli Usa, in particolare a New York, la tradizionale parata accompagnata da una massiccia presenza di pubblico, si divise sulle posizioni di John Redmond secondo cui l’Irlanda avrebbe dovuto sostenere la guerra. I toni si accesero con il brano “It’s a Long, Long Way” prima vietato, poi accennato e subito dopo interrotto. A Boston in 100 mila nonostante le condizioni climatiche proibitive si radunarono per assistere alla sfilata del St Patrick’s Day che vide marciare 14 mila partecipanti tra cui esponenti della società irlandese, vigili del fuoco e associazioni militari. Si dice che alla parata sfilò persino una vecchia auto irlandese un tempo di proprietà del generale William Howe, risalente a 139 anni prima quando gli inglesi evacuarono Boston. Grandi sfilate si registrarono anche fuori dagli Usa come a Ottawa e Montreal e in particolare a Sydney, in Australia. Singolare, invece, che alla Casa Bianca a Washington non fu previsto alcun evento.
Nel 1916, il giorno di San Patrizio fu simile al 1915 mentre nel 1917 la festa decollò. Il St. Patrick’s Day salito a tre giorni aveva lo scopo di far emergere il talento irlandese e mettere in luce il popolo. Una vetrina capace di non fare distinzione, tanto che meno marcare l’estrazione sociale. Le motivazioni dell’allora governo made in Ireland.
- To offer a national festival that ranks amongst all of the greatest celebrations in the world
- To create energy and excitement throughout Ireland via innovation, creativity, grassroots involvement, and marketing activity
- To provide the opportunity and motivation for people of Irish descent (and those who sometimes wish they were Irish) to attend and join in the imaginative and expressive celebrations
- To project, internationally, an accurate image of Ireland as a creative, professional and sophisticated country with wide appeal.
A Dublino grandi folle scesero in piazza per il St Patrick’s Day, idem a Cork e nelle città di Limerick e Athlone. Il principale evento politico della giornata ebbe luogo a Sligo, dove il conte Plunkett ottenne la libertà del borgo. In un discorso a una grande folla, Plunkett dichiarò che l’Home Rule era “un cavallo morto e che era inutile fustigarlo”. Al contrario negli Stati Uniti il giorno di San Patrizio l’evento fu annullato per una violenta tempesta. La guerra e le posizioni degli Stati Uniti pronti a entrare in guerra con la Germania offuscarono le celebrazioni irlandesi. Pertanto fu spedito un trifoglio dall’Irlanda agli Usa.
L’incontro tra i Presidenti
Il 17 marzo il Presidente irlandese (Taoiseach) e il Presidente degli Stati Uniti d’America si incontrano negli Usa per onorare il giorno di San Patrizio. Accade da anni e nemmeno la pandemia di Covid è riuscita a interrompere la tradizione. I due presidenti si scambiano un riconoscimento, simboleggianti i rispettivi paesi, intrattengono dei discorsi politici, riservati e pubblici, ribadendo un legame che unisce gli Usa al St Patrick’s Day. Gli scambi tra Usa e Irlanda furono accentuati sotto l’amministrazione di Barack Obama, proprio perché quest’ultimo scoprì di avere origini irlandesi. Fu memorabile la visita e l’accoglienza nel villaggio di Moneygall quando Obama entro in un pub con la moglie Michelle. Il primo incontro nel giorno di San Patrizio alla Casa Bianca tra un presidente degli Stati Uniti e un taoiseach avvenne tanti anni fa, esattamente nel 1956, ma fu un evento sporadico e solo negli ultimi decenni l’incontro è divenuto tradizione.
Presentare il trifoglio al presidente degli Stati Uniti nel giorno della festa nazionale irlandese iniziò con Washington John Hearne che ne inviò una scatola al presidente Usa Harry S. Truman. Prima lo si faceva mandando il trifoglio irlandese ai membri del Congresso, ai senatori. Qualche anno dopo la cerimonia divenne più importante e al trifoglio si aggiunse un vaso in vetro a realizzato dalla fabbrica dei cristalli di Waterford. La consegna era affidata all’ambasciatore e soltanto sotto la presidenza di Ronald Reagan la storia del St. Patrick’s Day negli Usa si trasformò in una visita del taoiseach negli Stati Uniti. Non da subito, soltanto in seguito quando Reagan si interessò agli affari irlandesi e nei primi anni ’80 chiamò di persona l’ambasciatore irlandese Seán Donlon per la presentazione del trifoglio. Il processo di pace nel Nord accentuò questo aspetto, e durante la presidenza Clinton, l’ambasciata irlandese ha lavorato con la Casa Bianca per sviluppare la visita del giorno di San Patrizio affinché non prevedesse esclusivamente la presentazione del trifoglio ma un incontro con il presidente e la sua squadra che di solito dura circa 40 minuti. Da allora tutti i premier irlandesi da John Bruton, Bertie Ahern, Brian Cowen, Enda Kenny e Leo Varadkar sono passati per la Casa Bianca il giorno del St Patrick’s Day.