La religione riveste un ruolo di primo piano in Irlanda considerando che quasi la totalità della popolazione si professa cristiana credente, mentre la restante parte è distribuita tra culti come il protestantesimo, l’islamismo con punte di adesione piuttosto limitate a ortodossi e atei. I dati mostrano il legame religioso tra l’Irlanda e l’Italia. La Chiesa tutta, e in particolare quella irlandese dipende dalla guida spirituale del Papa con cardinali riconosciuti sia nella Repubblica d’Irlanda sia in Irlanda del Nord con richiami a San Patrizio e altri santi. Anche la festa di Halloween ha radici irlandesi.
Censimento 2016
Secondo il censimento del 2016, il 78,31% della popolazione della Repubblica d’Irlanda è cattolica. La religione anglicana fa registrare un dato del 2,65% della popolazione. Gli islamici sono l’1,33%. Seguono gli ortodossi con l’1,31%. Il 9,44% dichiara di non avere un credo religioso. Il 2,63% non dichiara la propria religione. Basta tornare indietro di qualche anno per scoprire che nel 2006 i cristiani erano l’86,8%, seguiti dagli anglicani col 3% e dagli islamici con lo 0,8%. Il 4,4% dichiarava di non avere appartenenze religiose.
Se Dublino è sfacciatamente osservante, a Belfast le cose sono un po’ diverse. Questo perché la questione irlandese incombe sui territori a maggioranza protestante. In riferimento ai dati del 2001, il 53,1% della popolazione nordirlandese proveniva da un ambiente protestante, il 43,8% da un ambiente cattolico, lo 0,4% da ambienti non cristiani e il 2,7% da contesti non religiosi.
La professione cattolica negli anni duemila
La religione in Irlanda non è riuscita ad arginare altri fenomeni, considerati atipici fino a poco tempo fa. Il 31% delle nascite nella Repubblica avviene fuori dal vincolo del matrimonio. La legalizzazione del divorzio, correva il 27 febbraio 1997, ha di fatto impennato il numero delle persone divorziate. Inoltre, sono aumentate le coppie di fatto.
La proposta iniziale sull’aborto, poi divenuta legge, è stata approvata con 27 voti favorevoli e 5 contrari durante un dibattito durato dieci ore in cui ci sono stati momenti di tensione e accuse di sessismo. Si è ottenuto la possibilità di abortire su richiesta fino alla dodicesima settimana di gravidanza: la possibilità di interrompere la gravidanza anche in caso di pericolo di vita o grave rischio per la salute della donna incinta, e in caso di anomalie fetali che possono portare alla morte in utero. Saranno i pareri di due medici a stabilirne di volta in volta il rischio. Un duro colpo per la religione e il culto in Irlanda.
Legalizzazione dell’aborto
Per anni la religione ha vincolato a sé temi quali l’aborto, considerato un tabù in Irlanda. Per anni le ragazze irlandesi intenzionate ad abortire erano costrette a farlo all’estero. La maggior parte di loro sceglieva Londra, altre si muovevano in Europa nella speranza di trovare un’accoglienza più calorosa. Una situazione che stava degenerando. Tutto è cambiato con l’arrivo del governo di Enda Kenny (2011-2016) che ha fortemente spinto verso la legalizzazione. Con la Chiesa Cattolica in brutte acque per via degli scandali sugli abusi sessuali, la popolazione è stata anche più disposta a scegliere le proposte governative. Dal 2018 quindi l’aborto in Irlanda è diventato legale.