George Berkeley

George Berkeley è stato un filosofo, teologo e vescovo anglicano irlandese, uno dei tre grandi empiristi britannici insieme a John Locke e David Hume.

George Berkeley (Kilkenny, 12 marzo 1685 – Oxford, 14 gennaio 1753) nacque a Dysert e insegnò greco, ebraico e teologia al Trinity College di Dublino. Dal governo di Londra, Berkeley ottenne svariati incarichi e tentò l’impresa di costruire un collegio nelle Bermuda, ma la sua iniziativa fallì ben presto e fece rientro in patria dove ottenne il vescovato di Cloyne.

Nel 1751 George Berkeley si ritirò a Oxford, dove si dedicò con grande fervore allo studio del platonismo antico. Nel panorama filosofico-letterario esordì con il Saggio sulle nuove teorie della visione nel quale propose una critica al concetto newtoniano di spazio.

Pensiero

Lo spazio, dice George Berkeley, non è il luogo in cui stanno gli oggetti, giacché esso è riducibile alla nostra percezione degli oggetti, esso è, invece, rapportabile alla percezione dell’esteriorità testimoniata dai sensi e garantita da Dio, non essendoci altra garanzia dell’accordo tra la sensazione e l’oggetto. Cessa così la possibilità di giustificare l’oggettività delle sensazioni che anzi, tendono a risolversi in un linguaggio che Dio offre agli uomini. Quest’ultima parte fu sviluppata da George Berkeley nell’opera Trattato sui principi della conoscenza umana, in cui si dice anche che la conoscenza umana non ha altri oggetti che non siano idee, anche gli oggetti nella nostra mente sono solo idee; poiché tutte le cose sono reali nella misura in cui sono percepite dall’uomo, è egli stesso l’unica realtà insieme allo spirito, e l’autore delle idee dell’uomo è Dio.

Nelle restanti opere apologetiche George Berkeley cercò di confutare le idee dei liberi pensatori ostentando una superiorità del cattolicesimo di fronte alle religioni deiste, e perorando sempre la causa dell’eticità. In un terzo momento fece un’inversione di rotta e sviluppò una nuova metafisica impregnata di platonismo. Alla fine si trovò un punto di raccordo fra il concetto berkleyano che le idee sono frutto dell’opera divina e le teorie platoniche che predicano la natura come manifestazione del volere di Dio, riprese però in chiave cristiana. Morì a Oxford nel 1753.

La biografia di George Berkeley

George Berkeley si laureò a Dublino nel 1707 e ben presto formulò il principio fondamentale della sua metafisica: l’immaterialismo. Nel 1709 pubblicò il Saggio di una nuova teoria della visione e l’anno dopo il Trattato sui principi della conoscenza umana. Nel 1713 scrisse anche i Dialoghi tra Hylas e Philonous. Dopo alcuni anni trascorsi in studi e viaggi concepì il proposito di evangelizzare e civilizzare i selvaggi d’America. Così nel 1728 partì per fondare un collegio nelle isole Bermude. Poi si fermò a Rhode Island attendendo inutilmente i sussidi promessigli fino al 1731.

In questo periodo compose l’Alcifrone, un dialogo polemico contro i liberi pensatori dell’epoca. In seguito ritornò a Londra per proseguire i suoi studi, prima di essere nominato vescovo (della Chiesa d’Irlanda) di Cloyne in Irlanda, dove si stabilì. Nel 1744, credendo di aver trovato un medicamento miracoloso alle epidemie che colpirono l’Irlanda, scrisse la Siris, in cui giunge ad una dottrina metafisica di stampo neoplatonico.

Le opere di George Berkeley

Le opere di George Berkeley.

  • Essay towards a New Theory of Vision, 1709
  • A Treatise on the Principles of Human Knowledge, 1710
  • Three Dialogues between Hylas and Philonous 1713
  • Alcyphron on ‘the Minute Philosofer, 1728
  • Siris, 1744

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