Bono Vox
Bono Vox

“Sono un pessimo chitarrista, e un pianista ancora peggiore. Se non avessi avuto vicino Edge non avrei avuto speranze – ammette Bono -. Se non ci fossero stati Larry e Adam, quelle melodie non avrebbero messo radici. Devo contare sugli altri, e lo faccio molto bene”. Bono Vox è il leader della celebre band irlandese U2, uno dei gruppi più importanti al mondo della musica rock, in vetta da oltre 40 anni. E dopo una carriera strepitosa con 200 milioni di dischi venduti, hanno fatto discutere le parole (travisate) durante un’intervista rilasciata ad Awards Chatter. Bono dice di non amare il nome U2 (In riferimento all’aereo spia, l’U-Boot perché associato a un nome militare) e di provare “imbarazzo” ascoltando la voce degli esordi (per i toni più femminili che maschili) e di preferire il brano “Vertigo” (Brano minore rispetto alle grandi canzoni che li identificano). Nulla contro la band, insomma.

Bono si è sempre dichiarato cattolico, anche se cresciuto da padre cattolico e madre protestante, diversità religiose che saranno sempre presenti nei brani della band di Dublino. Paul a 14 anni perde il nonno e durante i funerali dell’anziano, la madre viene colpita da un’aneurisma cerebrale. Morirà soltanto quattro giorni dopo. Ricordi indelebili per Paul, che nel corso della carriera gli suggeriscono numerose canzoni da dedicare alla madre.

Bono, cantante poliedrico

La rabbia verso il mondo di Bono trova spazio nella musica, dapprima con i Lipton Village, un gruppo “fuorilegge” dove Paul diventa ‘Bono Vox’ (nome venuto fuori da un negozio di apparecchi acustici di Dublino) e in seguito grazie ad un ‘annuncio in bacheca’ presso la Mount Temple Comprehensive High School. Un bigliettino che aprirà all’incontro con il batterista Larry Mullen, il bassista Adam Clayton e il chitarrista David Howell Evans conosciuto con il nome di The Edge.

Nella figura carismatica della rock star irlandese troviamo anche tanto misticismo, chiaro in Gloria, canzone contenuta nell’album “October”, che è un vero e proprio inno a Dio e anche nell’album “War”, dove è presente il brano “40”, il cui testo è tratto da un salmo biblico. Oltre alla musica, Bono è un cantante poliedrico. Investe, cura impegni umanitari e non rinuncia a una famiglia. A quei tempi, oltre al gruppo, l’irlandese incontra Alison Stewart che sposerà nel 1982. Con lei ebbe due figlie femmine, Jordan e Memphis Eve, e due maschi, Elijah Bob Patricius Guggi Q e John Abraham.

Nei suoi testi ci sono vari riferimenti al conflitto nordirlandese. Dal 1999 il suo impegno maggiore è stato quello per l’azzeramento del debito dei paesi del terzo mondo e per la difficile situazione dell’Africa. Ha operato per il bene del popolo africano con l’organizzazione “DATA” (Debt, Aids, Trade in Africa), il cui obiettivo è stato quello di diffondere la consapevolezza dell’immenso debito estero dell’Africa, l’incontrollabile diffusione dell’AIDS e le leggi del mercato che strangolano di fatto, impoverendoli, gli abitanti di quegli stati, poi accorpata all’associazione ONE. Numerosi i viaggi e gli interventi in compagnia di presidenti e politici di ogni stato del mondo. Oggi è attivo con l’associazione RED.

L’impegno umanitario

L’impegno di Bono per il sociale lo ritroviamo in numerose iniziative. Ne è un esempio la partecipazione all’Artists United Against Apartheid, scrivendo e registrando la canzone Silver and Gold per Sun City. Si tratta di un album corale contro la politica della segregazione razziale in Sudafrica. A seguire ci sono i progetti letterari e cinematografici, come la sceneggiatura del film di Wim Wenders; articoli di giornali attraverso cui portare avanti campagne umanitarie, come la Jubilee 2000, per azzerare il debito pubblico nei paesi del terzo mondo; e nella lotta all’Aids con l’associazione DATA.

La malattia, il trapianto e la fede di Vox

“Attraverso Cristo riesco a capire chi è Dio”, ha dichiarato Bono Vox, cattolico, cresciuto in una famiglia di fede mista. La sua fede è presente e ha condizionato profondamente la scrittura dei testi delle canzoni. Ci sono numerosi riferimenti a Dio e non è un caso se la rockstar nel 1999 ha scritto l’introduzione al “Libro dei Salmi”, uno dei nove libri della Bibbia pubblicati singolarmente nella serie dei “Libri Sacri” tascabili del Canonato di Edimburgo. Sempre nell’introduzione, Bono spiega la nascita della canzone 40, tratto dall’omonimo salmo, e del suo legame a questa lettura.

Bono Vox ha fede e non la nasconde durante un’intervista andata in onda su RTE. Gay Byrne dell’emittente gli chiede: “Chi è Gesù?” e l’artista, al secolo Paul David Hewson, prontamente risponde la porta di accesso a Dio. E tornando a parlare della figura di Cristo aggiunge: “O era il Figlio di Dio o un folle”. Vox non ha mai fatto mistero della sua devozione, inserendo riferimenti più o meno espliciti della fede in Dio nei testi delle canzoni della band di Dublino. È accaduto in “Gloria” brano del 1981 e si è ripetuto in “Invisible” stabile ai vertici delle classifiche mondiali. I momenti più importanti della star sono l’incontro con Giovanni Paolo II e la morte del padre.

Anche nella malattia Bono ha trovato la fede e la forza di uscirne o di saperci convivere. Nel 2016 ha rischiato di morire, come racconterà qualche anno più tardi non fornendo molti dettagli su cose fosse accaduto. Se ne trova traccia nell’album “Songs of Experience” quando canta di essere “arrivato al limite di uno shock del sistema e che mi ha fatto aggrappare alla mia stessa vita”. A Berlino durante un concerto perse completamente la voce. Mentre è certo il suo problema storico: da vent’anni Bono è affetto da glaucoma. Questo spiega perché non toglie mai gli occhiali, che spesso i media hanno scambiato per un fattore puramente estetico. Seppur non ci siano particolari allarmismi, il cantante degli U2 deve tenere sempre sotto controllo la vista. “Sto facendo le cure e non avrò problemi, ma devo proteggermi dalla luce”, ha scherzato in passato cercando di mettere a tacere le frivole polemiche sul fatto di utilizzare gli occhiali nei luoghi chiusi. Non ci sono, invece, alcun riscontro sull’ipotetico trapianto di capelli che il cantante avrebbe fatto in passato. Rumors mai confermati che nascono dal confronto di alcune foto dei primi anni duemila con quelle di dieci anni dopo.

La biografia di Bono Vox

Da piccolo Bono vantava, si fa per dire, il soprannome di Anticristo. La sua adolescenza si è formata alle scuole elementari a Inkwell, una scuola della chiesa protestante. Nato da un matrimonio misto, protestante e cattolico, era usuale allevare i figli secondo i principi cattolici. Anche per Norman, suo fratello maggiore, fu la stessa cosa. Nel settembre del 1974, Bono festeggia il cinquantesimo anniversario dei matrimonio dei suoi nonni materni. La festa si rivela una tragedia, in seguito alla morte del nonno. Una catena infernale segna il percorso della futura star. Durante i funerali del nonno, la madre Iris viene colpita da un aneurisma cerebrale e muore quattro giorno dopo.

Paul, astro nascente Bono, rimane molto scosso: scriverà diversi brani dedicati alla madre, tra le quali ‘I Will Follow’, ‘Tomorrow’, ‘Out of Control’, ‘Lemon’, ‘Mofo’ e ‘Iris’ (Hold me Close). Il giovane reagisce con rabbia a ciò che gli accade. Entra a far parte di un gruppo di ragazzi ribelli del suo quartiere, i Lipton Village, il cui scopo è di evadere qualsiasi forma di legge. Durante la permanenza in questo gruppo, Paul viene soprannominato Bono Vox dall’amico e futuro membro dei Virgin Prunes, Fionan Hanvey, in arte Gavin Friday. Un soprannome che inizialmente non piaceva al cantante che, scoprì, volesse dire dal latino “bella voce”. Solo col debutto discografico della band alla fine degli anni 70, il nome d’arte Bono Vox viene ridotto a Bono.

Bono frequenta il primo anno alla St Patrick, dalla quale viene espulso perché sorpreso a tirare escrementi di cane alla sua professoressa di spagnolo. Viene mandato alla Mount Temple School, dove diventa popolare per la sua bella voce. Impara a suonare la chitarra grazie al fratello Norman, che gli presta il suo strumento e le intavolature dei brani dei Beatles.

Vita privata di Bono: moglie e figli

Sua moglie è Ali Hewson, quasi coetanei, un anno in meno di lui, attivista irlandese, al secolo Alison Stewart, che ha conosciuto Bono proprio alla Mount Temple Comprehensive School di Dublino. Una lunga storia d’amore coronata da quattro figli: c’è la già famosa Eve Hewson, che ha scelto di fare l’attrice, protagonista nella serie The Luminaries, il musicista Elijah, tenterà di proseguire sulle orme del papà, l’attrice Jordan secondogenita e John.

Riconoscimenti

I riconoscimenti incassati dal cantante Bono sono davvero numerosi. Non a caso, secondo Rolling Stone, l’artista staziona al 32º posto nella lista dei 100 migliori cantanti. Nel 2002, il suo nome è stato incluso tra i primi “100 Grandi Britannici” in un elenco redatto dalla BBC e votato dal pubblico. Qualche anno dopo, nel 2005 Bono è stato nominato Person of the Year, insieme a Bill e Melinda Gates, dal Time. Nel 2006, la canzone One, da lui scritta e pubblicata nell’album Achtung Baby uscito nel 1991, è dichiarata la canzone contenente il testo più bello della storia della musica. Il 29 marzo 2007, Vox è insignito del titolo di “Cavaliere” dalla regina Elisabetta II per il grande contributo in ambito musicale e umanitario. Oggi è considerato la star più famosa al mondo.

L’attività letteraria di Bono

Bono scrive per gli U2 e si diletta a produrre qualche ‘lavoro’ anche in ambito letterario. Tra le sue ‘opere’ c’è la sceneggiatura del film The Million Dollar Hotel, un albergo un tempo lussuoso, frequentato da vagabondi e gente strana, tra cui Izzy, che si getta dal tetto senza un motivo apparente. Film a parte, il cantante ha redatto numerosi articoli giornalistici, spesso legati a iniziative sociali da lui sostenute. È stato persino direttore per un giorno di un importante quotidiano. Un onore, l’ho definì. Tra le iniziative umanitarie spicca l’esigenza maturata più volte sul fatto di voler cancellare il debito dei paesi in via di sviluppo e la campagna per la lotta contro l’AIDS in Africa.

Da questo punto di vista, Bono è stato e può essere definito un pioniere. Il 23 marzo 2007 Bono scrive un articolo, reso pubblico sul Corriere della Sera, dove commemora la nascita della Comunità economica europea (CEE). Da allora sono passati cinquant’anni e l’articolista cerca di spiegare come quest’istituzione debba cercare di risolvere i problemi che affliggono l’Africa. Più volte il cantautore richiama il nostro paese e gli altri paesi a mantenere le promesse fatte. In particolare, l’Italia si è impegnata a donare lo 0,7% del proprio Prodotto interno lordo (Pil). Più tardi, sempre per trattare argomenti umanitari e sulla missione dell’Unione Europea, il leader degli U2 tornerà con un articolo pubblicato dal quotidiano la Repubblica. Correva l’anno 2018.

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