Van Morrison, originario di Belfast nell’Irlanda del Nord, è un artista completo e di successo capace di interpretare tanti stili differenti.
La star irlandese esordì con i Them nel 1966, ma non durò a lungo perché lo attendeva una brillante carriera da solista. Cresciuto in una famiglia protestante di Belfast, George Ivan detto Van Morrison (nato il 31 agosto 1945) ascolta molta musica sin dalla più tenera età: sua madre era una cantante mentre il padre era collezionista di album statunitensi di jazz e blues. A 15 anni, la star va via di casa per intraprendere la sua carriera musicale.
Nel 1964 Van Morrison fonda il gruppo dei Them del quale diviene il leader. La band raccoglie numerosi successi, il maggiore dei quali è Gloria, che sarebbe divenuto uno degli standard del rock e che verrà incisa da numerosi altri artisti.
Van Morrison Biografia
Il produttore dei Them, Bert Berns, lo persuade a ritornare a New York e a registrare materiale da solista per l’etichetta Bang Records. Da queste prime session emerge una delle sue canzoni più famose, Brown-eyed Girl, che raggiunge il numero 10 delle classifiche USA nel 1967. L’album generato da quelle sessioni è Blowin’ Your Mind!. Van Morrison ammise successivamente che non era soddisfatto del risultato, dicendo in un’intervista del 1969 a Rolling Stone che «It came out wrong and they released it without my consent» (“È venuto male e lo hanno pubblicato senza il mio consenso”).
Dopo la morte di Berns (1967), Van Morrison si trasferisce a Boston, nel Massachusetts. Ben presto deve affrontare problemi finanziari e personali. Entra in depressione in seguito ad alcolismo ed ha problemi nel trovare ingaggi. Ricomincia tuttavia a lavorare, registrando con la Warner Bros. Nel 1970, il cantante irlandese si trasferisce in California dove pubblica Moondance, del quale cura anche la produzione. Nel 1972, nonostante la decennale esperienza concertistica, comincia a temere il palco, soprattutto davanti a un pubblico molto numeroso. Se, del resto, fino ad allora egli ha radunato centinaia di persone, la popolarità acquisita con gli ultimi album richiama ormai ai suoi concerti migliaia di fan.
Divorzio
Nel 1973, Van Morrison scioglie la Caledonia Soul Orchestra e divorzia dalla modella Janet Planet, che era sua moglie da sette anni e con la quale ha avuto una figlia. Realizza poi l’album introspettivo e triste Veedon Fleece (1974). Per quanto quest’album riceva poca attenzione, l’importanza cresce negli anni ed è ora considerato uno dei migliori lavori di Morrison. La canzone You Don’t Pull No Punches, but You Don’t Push the River evidenzia il lato ipnotico e criptico di Morrison, con i suoi riferimenti al poeta visionario William Blake e al Sacro Graal.
Van Morrison si prende una pausa per i successivi tre anni. Ma si tratta di una pausa non preventivata: durante questo tempo, è in grado di scrivere e registrare un certo numero di nuove canzoni, e in un’intervista alla radio KSAN nel 1974, lascia intendere di voler realizzare un nuovo album dal titolo Mechanical Bliss, appena 4-5 mesi dopo Veedon Fleece. La data d’uscita prevista (febbraio 1975) non viene rispettata.
Un nuovo album erotico/religioso
Nel 1976, Van Morrison suona al concerto d’addio della Band, nel Giorno del Ringraziamento. È la prima esibizione dal vivo dopo un periodo di silenzio e Morrison considera più e più volte l’eventualità di saltare l’esibizione fino all’ultimo secondo. Nel 1977, Morrison scrive A Period of Transition, in collaborazione con Dr John (anche lui presente in The Last Waltz). Dell’anno seguente è Wavelenght, che rappresenta una nuova rinascita commerciale. La canzone Kingdom Hall tratta dell’esperienza di Morrison con i testimoni di Geova e indica le tendenze religiose che diverranno evidenti nell’album successivo, Into the Music, del 1979. Dave Marsh descrive quest’album (in The Rolling Stone Album Guide – 2nd edition) come «un ciclo erotico/religioso di canzoni che culmina nella migliore musica che Morrison abbia creato fin dai tempi di Astral weeks».
Anni ’80
Gran parte della produzione di Van Morrison degli anni ottanta prosegue nell’esplorazione della spiritualità e della fede. Common One è un disco molto spirituale, composto da alcuni pezzi molto lunghi. L’anno dopo realizza Inarticulate Speech Of The Heart (con la suggestiva Rave On, John Donne), un coraggioso e riuscito album con un sound basato sulle tastiere e su atmosfere vicine alla new age. Dopo il buon A Sense Of Wonder del 1984 l’artista ritorna alla magica ispirazione astrale con il disco più convincente dai tempi di Into The Music, No Guru, No Method, No Teacher in cui spiccano musicisti presenti in Moondance come il pianista Jef Labes.
Anni ’90
Nel 1990, Van Morrison partecipa, insieme a molti altri artisti, allo spettacolo The Wall, organizzato da Roger Waters a Berlino, dove canta Comfortably Numb con Roger Waters, Levon Helm, Garth Hudson e Rick Danko. Nel 1991 esce Hymns to the Silence, disco doppio di grandissima qualità che riporta l’autore ai suoi migliori livelli. L’impeto gospel di Carrying a Torch, l’autobiografica Why Must I Always Explain o la magnifica trascendenza di Take Me Back sono testimonianza di straordinaria ispirazione.
Un periodo fecondo
Due anni dopo esce Too Long In Exile, dove Van Morrison ritorna al blues in modo ispirato (Wasted Years, Too Long In Exile). Il monumentale A Night In San Francisco del 1994 testimonia un periodo fecondo e fortunato, un live di grande impatto che riscuote grandi consensi. L’album Days Like This dell’anno dopo riceve pareri discordanti, per alcuni troppo leggero e per altri di grande godibilità e qualità. Certo è che pezzi come Days Like This o Ancient Highway rimangono tra le sue cose migliori del decennio. Il successo commerciale si consolida con Healing Game 1997, un disco di forte impatto contenente l’omonima splendida Healing Game, la poetica Piper At Gates Of Dawn, Waiting Game e l’iniziale Rough God Goes Riding. Il successivo Back On Top del 1999 è un grande successo di vendite, trascinato dal singolo Precious Time.
Anni duemila
Nel nuovo millennio “Van the man” continua a produrre dischi con regolarità. Dopo alcuni progetti jazz, country e il bel disco di Skiffle con Lonnie Donegan, Van Morrison ritorna nel 2002 con quello che sarà probabilmente il suo album migliore del nuovo millennio, Down The Road. Nel 2017 escono due box set: The Authorized Bang collection e The Healing Game 20th Anniversary.
Van Morrison e la sua lunga discografia
Una discografia fiume. Così Van Morrison vanta un’impressionante presenza sul mercato mus.
- 1967: Blowin’ Your Mind
- 1968: Astral Weeks
- 1970: Moondance e His Band and the Street Choir
- 1971 Tupelo Honey
- 1972: Saint Dominic’s Preview
- 1973: Hard Nose the Highway
- 1974: It’s Too Late to Stop Now e Veedon Fleece
- 1977: A Period of Transition
- 1978: Wavelength
- 1979: Into the Music
- 1980: Common One
- 1982: Beautiful Vision
- 1983: Inarticulate Speech of the Heart
- 1985: A Sense of Wonder
- 1986: No Guru, No Method, No Teacher
- 1987: Poetic Champions Compose
- 1988: Irish Heartbeat con The Chieftans
- 1989: Avalon Sunset
- 1990: Enlightenment
- 1991: Hymns to the Silence
- 1993: Too Long in Exile
- 1994: A Night in San Francisco
- 1995: Days Like This (1995)
- 1996: How Long Has This Been Going On e Tell Me Something: The Songs of Mose Allison
- 1997: The Healing Game (1997)
- 1999: Back on Top (1999)
- 2000: The Skiffle Sessions – Live In Belfast 1998 con Lonnie Donegan e You Win Again
- 2002: Down the Road
- 2003: What’s Wrong with this Picture?
- 2005: Magic Time
- 2006 Pay the Devil
- 2008 Keep it Simple
- 2009 Astral Weeks Live at Holliwood Bowl
- 2012 Born To Sing No Plan B
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Born To Sing No Plan B
L’ultimo album di Van Morrison è stato “Born To Sing No Plan B”, pubblicato dalla storica etichetta Blue Note: si tratta di una lunga discografia del cantante che nei suoi cinquant’anni di carriera ha sfornato ben 34 album, coronati da 6 Grammy Awards. Il disco ha un mood che scivola tra soul, blues e un jazz e anticipa il progetto Open The Door (To Your Heart).