Cosa rimane delle antiche credenze che hanno dato vita alla festa di Halloween? E delle origini della festività legata a Ognissanti? Retaggi condizionano la ricorrenza di Halloween cui sono associati aspetti lugubri che riconducono al popolo dei fantasmi o dei morti che escono dalle tombe e tormentano i viventi. Concetti racchiusi nelle maschere, nei costumi fai da te, decorazioni di case e quant’altro serve a caratterizzare la festività del 31 ottobre. L’aspetto più terrificante, anche il più apprezzato fra i giovanissimi, è la ricerca di qualcosa di forte, un richiamo a personaggi horror e a scene apocalittiche.
Per i più piccoli, Halloween è un modo di esaltare la vita con una festa commerciale in casa con gli amici di scuola, una buona occasione per vivere il Carnevale nei mesi invernali. In fondo, però, Halloween cade nella festa di Ognissanti, ovvero con la commemorazione dei morti, che ancora oggi è un culto che richiama ai cimiteri. Se un tempo la morte era considerata un passaggio ultraterreno, nell’attuale società c’è paura di cosa ci sia dopo la vita. L’aldilà, come l’inferno o il paradiso, sono concetti che soltanto la fede e la religione affrontano insieme al mistero della morte.
Nessuno considera la morte come un ciclo naturale, soprattutto se inaspettata, mentre in passato, sarà stata forse rassegnazione, si accettava di più e si era più propensi ad accettare la fine della vita. Oggi, Halloween esorcizza questi concetti e gioca con la morte a viso aperto proiettando quel futuro ignoto in chissà quale anno. Per un giovane la ricorrenza non è altro che il modo di celebrare la vita, un ricordare a se stessi in primis che si è ancora vivi, trascurando caricature negative e ombre seppur conservando un senso di inquietudine verso l’aldilà tanto evocato e misterioso.