Una piccola casa di campagna ad un paio di miglia da Galbally e dieci acri di terra dove si coltivavano patate e vi pascolavano un paio di mucche: è qui che nacque e crebbe Martin Hurson insieme con i suoi otto fratelli. Martin andava alla Saint Patrick School di Galbally, ma quando aveva da poco compiuto 13 anni, in seguito alla improvvisa perdita della madre Mary Ann, abbandonò gli studi ed iniziò a lavorare prima vicino casa, poi si trasferì a Londra da dove fece ritorno solamente nel 1973.
Dopo il suo rientro a Dungannon, come la maggioranza dei giovani cattolici del tempo, iniziò a subire immotivate e continue minacce ed intimidazioni da parte degli agenti delle British Crown Forces, finchè un giorno, a Pomeroy, dove viveva Bernadette, la sua ragazza, non venne addirittura percosso in maniera brutale. Da tale episodio all’ingresso nei ranghi dell’IRA il passo è stato decisamente breve.
Bisogna comunque dire che Martin Hursonha sempre mantenuto una certa discrezione sulla sua militanza nell’Esercito Repubblicano Irlandese: addirittura i suoi familiari non erano al corrente del suo attivismo: ciò però non significa che Hurson non fosse stato sempre pronto a compiere le azioni militari ordinategli.
Il combattente Martin Hurson
Nel 1976, Martin Hurson è arrestato con l’accusa di cospirazione ed appartenenza all’IRA, venne condotto nella RUC station di Omagh dove in seguito ad un selvaggio interrogatorio gli fu estorta una sorta di confessione in virtù della quale fu condannato a 20 anni di reclusione. Detenuto nel Kesh, aderì subito alla blanket protest; poi, nel dicembre del 1980, partecipò allo sciopero della fame, che durò quasi fino al Natale.
Il 29 maggio dell’anno successivo andò nuovamente in hunger strike, prendendo parte alla nuova campagna. Lo scopo era ottenere il riconoscimento dello status di prigioniero politico e delle five demands.
Con il passare dei giorni le condizioni fisiche diventavano sempre più critiche; così i familiari, supportati da varie associazioni, cominciarono a fare pressioni affinché Martin ponesse fine al suo digiuno. Varie manifestazioni di supporto al giovane Martin Hurson e alla sua famiglia vennero organizzate in tutta l’Irlanda. Ma il suo proposito di andare fino in fondo restò immutabile.
Morì nella notte di lunedì 13 luglio 1981 a Long Kesh, con Padre Murphy e il fratello Brendan ai suoi fianchi, mentre il padre e Bernadette si trovavano fuori dai gates del carcere in quanto le autorità non permisero loro l’ingresso nel penitenziario. Violentissimi tumulti scoppiarono a Belfast, nella zona dei Divis Flats, in seguito alla notizia della morte del sesto hunger striker.
La salma di Martin Hurson fu sepolta nel cimitero di Galbally.
Hunger strikers
I partecipanti all’Hunger Strike: Bobby Sands, Francis Hughes, che morì dopo 59 giorni di digiuno; Patsy O’Hara, 61 giorni; Raymond McCreesh, 61 giorni; Joe McDonnell, 61 giorni; Martin Hurson, 46 gorni; Kevin Lynch, 71 giorni; Kieran Doherty, dopo 73 giorni; Tom McElwee, 62 giorni e Mickey Devine, 60 giorni.