La Epistola ad milites Corotici è uno dei due scritti latini attribuiti a San Patrizio, la cui popolarità è riconosciuta in tutto il mondo con l’omaggio del 17 marzo. Da conoscere insieme al più celebre Book of Kells.
Il testo integrale della Epistola
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Io Patrizio, peccatore indotto e residente in Irlanda, dichiaro di essere vescovo. Ne sono fermamente convinto: ho ricevuto da Dio «quello che sono» [1 Cor 15, 10; cf. 4, 7] . Pertanto abito tra genti barbare, immigrato e profugo per amore di Dio: è testimone Lui se è così. Non che io desiderassi pronunciare parole tanto dure e severe, ma vi sono costretto dallo zelo per Dio e la verità di Cristo mi ci ha stimolato, per amore dei vicini e dei figli, per i quali «ho abbandonato» la patria, i parenti e «la mia stessa vita, fino alla morte» [cf. Phil 2, 30] . Se ne sono degno, vivo per il mio Dio per istruire le genti, anche se sono disprezzato da certuni.
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«Di mia mano ho scritto» [Philem 19] e redatto queste parole da consegnare, da trasmettere, da mandare agli uomini di Corotico: non dico ai miei concittadini né a concittadini dei cristiani romani, ma a concittadini dei demoni, per le loro «opere malvagie» [Io 3, 19] . Vivono nella morte al modo dei pagani, alleati di Scoti e Pitti apostati. Eccoli tutti grondanti del sangue di innocenti cristiani, che io in gran numero ho generato a Dio e ho cresimato in Cristo!
3
Il giorno dopo quello in cui i neofiti cresimati in veste candida … il crisma profumava ancora sulla loro fronte mentre venivano crudelmente massacrati, passati a fil di spada da quella gente! allora mandai una lettera con un santo presbitero istruito da me fin dall’infanzia, e con dei chierici, chiedendo che ci rilasciassero parte del bottino e dei prigionieri battezzati che avevano preso: ci fecero su delle gran risate.
4
Perciò non so cosa piangere di più: se gli uccisi o i prigionieri o quelli che il diavolo ha pericolosamente irretito. Al pari di lui, si avranno come perenne castigo la geenna, perché «chi fa il peccato è schiavo» [Io 8, 34] ed è chiamato «figlio del diavolo» [Io 8, 44] .
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Sappia quindi ogni persona timorata di Dio, che essi sono separati da me e da Cristo, mio Dio, «per il quale fungo da ambasciatore» [Eph 6, 20] : e un patricida, un fratricida, sono «lupi rapaci che divorano il popolo di Dio come si mangia il pane» [Act 20, 29; Ps 52, 5, cf. 13, 4] — sta scritto infatti «Gli iniqui hanno distrutto la tua legge, Signore» [Ps 118, 126] —, quel popolo che negli ultimi tempi Egli si era piantato con tanta cura e premura in Irlanda e che era stato organizzato con l’aiuto del Signore.
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Non usurpo poteri che non mi appartengono. Partecipo invece alle prerogative di coloro «che Egli, per un disegno di predestinazione, ha chiamato» [Rom 8, 30] a predicare il vangelo «in mezzo a persecuzioni» [2 Cor 12, 10] di non poco conto, «fino ai confini della terra» [Act 13, 47], anche se l’Avversario cerca astiosamente di impedirlo servendosi del tiranno Corotico, che non teme Dio ne i suoi vescovi, scelti da Lui, che ha concesso loro il sommo divino altissimo potere: che cioè «quelli che essi legano sulla terra siano legati anche in cielo» [cf. Mt 16, 19; 18, 18] .
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Onde per cui mi raccomando appellandomi a voi, «santi e umili di cuore» [Dan 3, 87] : non è lecito adulare certa gente «né prendere cibo» [1 Cor 5, 11] o bevanda con loro, e non si devono accettare nemmeno le loro elemosine, finché non soddisfino i loro debiti verso Dio con un’aspra penitenza, versando lacrime amare, e liberino i servi di Dio e le ancelle di Cristo battezzate, «per cui Egli è morto» [cf. 1 Cor 8, 11; Rom 14, 15], e in croce!
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«I doni degli iniqui l’Altissimo li rigetta. Chi offre un sacrificio con i beni dei poveri, è come uno che immola un figlio al cospetto di suo padre» [Sir 34, 23-24] . «Le ricchezze — sta scritto — che uno ha accumulato ingiustamente, rigurgiteranno dal suo ventre, già lo trascina l’angelo della morte, sarà malmenato dalla rabbia dei dragoni, lo ucciderà la lingua del serpente, e lo divora un fuoco inestinguibile» [Iob 20, 15-16.26] . E perciò «Guai a chi si riempie di ciò che non gli appartiene» [Hab 2, 6], e: «Che giova all’uomo guadagnare tutto il mondo e poi perdere la propria anima?» [Mt 16, 26] .
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Sarebbe troppo lungo esaminare ed esporre punto per punto, scegliendo in tutta la Bibbia le citazioni riguardanti una simile cupidigia. L’avidità è peccato mortale: «non desiderare la roba d’altri». «Non uccidere» [Rom 13, 9, cf. Ex 20, 13.17] : l’omicida non può essere in comunione con Cristo; «chi odia suo fratello, è omicida» [1 Io 3, 15] e «chi non ama suo fratello, rimane nella morte» [1 Io 3, 14] . Quanto non è più colpevole colui che ha contaminato le sue mani nel sangue dei figli di Dio, che Egli or ora «si è acquistato» [Act 20, 28] alle estremità della terra, «mediante l’opera di esortazione» [2 Cor 1, 4] della mia pochezza?
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Forse che senza intervento divino o «secondo la carne» [Rom 4, 1 ecc.] sono venuto in Irlanda? Chi mi ci ha spinto? Sono «avvinto dallo Spirito» [Act 20, 22] così da non poter vedere nessuno «della mia parentela» [Gen 12, 1 ecc.] . Viene forse da me la grande misericordia che esercito verso la nazione che una volta mi catturò e che massacrò i servi e le serve della «casa di mio padre» [Gen 12, 1 ecc.] ? Fui libero «secondo la carne» [Rom 4, 1] : di nascita, sono figlio di un decurione. Difatti ho venduto la mia nobiltà — «non ne arrossisco» [Rom 1, 16] e non me ne pento — a vantaggio di altri; insomma, sono servo, in Cristo, di una nazione straniera per la gloria ineffabile «della vita eterna che è in Cristo Gesù nostro Signore» [Rom 6, 23] .
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E se i miei non mi riconoscono, «un profeta non è onorato nella sua patria» [Io 4, 44] . Forse non siamo «di un solo ovile» [cf. Io 10, 16] e non abbiamo «un solo Dio per padre» [cf. Eph 4, 6], come sta scritto: «Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde» [Mt 12, 30 e Lc 11, 23] . Sono due realtà che non vanno d’accordo: uno distrugge, l’altro edifica» [Sir 34, 28] . «Non cerco il mio interesse» [cf. 1 Cor 13, 5] : non in grazia mia, ma è Dio «che ha messo quest’ansia nel mio cuore» [cf. 2 Cor 8, 16] perché io fossi uno dei cacciatori e pescatori che un tempo Dio preannunziò già in anticipo «per gli ultimi giorni» [Act 2, 17 ecc.] .
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Mi si invidia. Che cosa devo fare, Signore? Sono tanto disprezzato. Ecco, le tue pecore intorno a me sono sbranate e rapite, e per opera dei banditi di cui sopra, per ordine di Corotico, barbaramente. È lontano dall’amore di Dio chi consegna dei cristiani nelle mani di Scoti e Pitti. «Lupi rapaci» [Act 20, 29, cf. Mt 7, 15] hanno divorato il gregge del Signore, che in Irlanda, circondato da tante cure, cresceva così bene, e i figli e le figlie di capi scoti, monaci e vergini di Cristo, in numero incalcolabile. Perciò «l’offesa arrecata ai giusti non sia da te approvata», anzi «fino in fondo agli inferi non l’approverai» [cf. Sir 9, 17] .
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Chi, fra i santi, non avrebbe orrore di far baldoria e banchettare con certa gente? Si sono riempiti le case delle spoglie dei cristiani morti, vivono di roba rubata. Non sanno, i disgraziati, di dare in cibo un veleno mortale ai loro amici e ai loro figli, come Eva non capì che così stava dando la morte a suo marito. Così sono tutti coloro che agiscono male: si procurano come perenne castigo la morte.
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È consuetudine dei Gallo-Romani cristiani, mandare dei santi uomini, che siano adatti, dai Franchi e dalle altre nazioni, con varie migliaia di monete d’oro per riscattare i battezzati loro prigionieri. E tu invece li uccidi e li vendi a una nazione straniera che non conosce Dio; è come se tu consegnassi «le membra di Cristo» [1 Cor 6, 15] in un bordello. Che razza di speranza hai in Dio? chi ti approva, chi è in rapporto con te con parole di adulazione? «Dio giudicherà» [1 Cor 5, 13] . Sta scritto infatti: «Non solo chi fa il male, ma anche chi lo approva è da condannare» [Rom 1, 32] .
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Non so «come esprimermi o cosa dire» [Io 12, 49] di più sui defunti figli di Dio che la spada ha colpito in modo crudele oltre misura. Sta scritto infatti: «Piangete con chi piange» [Rom 12, 15], e ancora: «Se un membro soffre, tutte le membra soffrano con lui» [1 Cor 12, 26] . Perciò la chiesa «lamenta e piange i suoi figli» [Mt 2, 18, cf. Ier 31, 15] e le sue figlie che ancora la spada non ha ucciso, ma portati via, lontano, in terre lontane, dove il peccato abbonda in modo vistoso, penoso, sfacciato, là quei cristiani, venduti — essi che erano persone nate libere — sono stati ridotti in schiavitù, e proprio dei più indegni, dei peggiori, degli apostati, dei Pitti!
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Perciò con profonda tristezza griderò: O dolcissimi e dilettissimi fratelli e figli «che ho generato in Cristo» [1 Cor 4, 15] in numero incalcolabile, che posso fare per voi? «Non sono degno» [1 Cor 15, 9] di prestare la mia opera né per Dio né per gli uomini. «L’iniquità degli iniqui ci ha schiacciato» [Ps 64, 4] . «Siamo diventati quasi degli estranei» [cf. Ps 68, 9] ; forse non credono che abbiamo ricevuto «un solo battesimo» [Eph 4, 5] e che abbiamo «un solo Dio per padre» [cf. Eph 4, 6] : per loro la nostra identità ibernica non ne è degna. Così come sta scritto: «Non avete forse un solo Dio? Perché avete abbandonato ciascuno il suo prossimo?» [Mal 2, 10] .
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Perciò mi affliggo per voi, mi affliggo, miei carissimi; ma d’altra parte gioisco dentro di me: non «ho faticato» per nulla, e il mio farmi forestiero non è stato «vano» [Phil 2, 16] . Ed è accaduto un delitto tanto orribile da non potersi esprimere: grazie a Dio, credenti battezzati, da questo mondo avete trovato rifugio in paradiso. Vi vedo: state migrando dove «non ci sarà più notte né lutto né morte» [Ap 22, 5; 21, 4], ma «esulterete come vitelli sciolti dalle pastoie e calpesterete gli iniqui e saranno cenere sotto i vostri piedi» [Mal 4, 2-3] .
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Voi dunque regnerete con gli apostoli e i profeti e con i martiri. Riceverete il regno eterno, come Lui stesso attesta dicendo: «Verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli» [Mt 8, 11] ; «Fuori i cani, i fattucchieri e gli omicidi» [Ap 22, 15], e ancora: «Quanto ai bugiardi spergiuri, la loro porzione sarà nello stagno del fuoco eterno» [Ap 21, 8] . Non senza ragione l’apostolo dice: «Se il giusto a stento si salvers, il peccatore e l’empio trasgressore della legge dove si può ritrovare?» [1 Pt 4, 18/Iac 2, 11] .
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E quindi Corotico con i suoi scelleratissimi, questi ribelli a Cristo, dove si dovranno veder finire, essi che distribuiscono come bottino donne battezzate, per amore di un miseroregno temporale che passa «in un momento» [1 Cor 15, 52] ? «Come nube e fumo che il vento disperde [cf. Sap 5, 15], così i peccatori» fraudolenti «lungi dal Signore periranno; i giusti invece banchetteranno» [cf. Ps 67, 3-4] «in piena sicurezza» [Sap 5, 1] con Cristo, giudicheranno le nazioni e domineranno» [Sap 3, 8] sui re iniqui nei secoli dei secoli. Amen.
20
«Attesto davanti a Dio e agli angeli» [cf. 2 Tim 4, 1/1 Tim 5, 21] suoi, che sarà così come ha fatto comprendere a me pur nella mia inesperienza. Non sono parole mie ma di Dio e «degli apostoli e profeti» [Eph 2, 20] quello che io ho esposto in latino, ed essi mai hanno mentito. «Chi crederà sarà salvo, chi non crederà sarà condannato» [Mc 16, 15-16] . «È Dio che ha parlato» [Ps 59, 8 o 107, 8] .
21
Supplico caldamente, che qualunque sia il servo di Dio disposto ad essere latore della presente, in nessun modo essa sia sottratta e occultata da nessuno, ma anzi piuttosto «sia letta» [1 Thess 5, 27] davanti a tutte le tribù e alla presenza dello stesso Corotico. Oh se Dio li ispira «a rinsavire» [2 Tim 2, 26] una buona volta convertendosi a Dio, sì che almeno tardivamente si pentano di azioni così empie – omicidi contro i fratelli del Signore! — e liberino le prigioniere battezzate che avevano catturato, sì da meritare di vivere per Dio e di essere salvati ora e in eterno! «Pace» [Eph 6, 23] al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Amen.