George Bernard Shaw e il Premio Nobel per la letteratura: “Per il suo lavoro intriso di idealismo ed umanità, la cui satira stimolante è spesso infusa di una poetica di singolare bellezza”.
Nel 1939, George Bernard Shaw ricevette l’Oscar alla migliore sceneggiatura non originale per il film Pigmalione. Una commedia ispirata al mito di Pigmalione come tramandato da Ovidio. “Posso perdonare Alfred Nobel per aver inventato la dinamite, ma solo un demone con sembianze umane può aver inventato il Premio Nobel”, con questa motivazione il drammaturgo irlandese, a cui l’Accademia Reale di Svezia conferì l’ambito premio, ritornò al mittente l’onorificenza. Almeno in un primo momento. Bernard Shaw fu convinto ad accettarla seppur non volle ritirare il premio in denaro. Come Bob Dylan, l’autore irlandese è l’unico ad avere vinto i premi Nobel e Oscar. Bernard Shaw, fra l’altro, riuscì a trovare spazio anche come critico musicale e giornalista e, mosso dal suo amore per Wagner, nacque il saggio ‘Il wagneriano perfetto’ (The perfect wagnerite, 1898). In tutto quello che fece e in tutte le frasi che pronunciò emerse sempre il suo pensiero.
La biografia: vita e morte
Bernard Shaw (Dublino, 26 luglio 1856 – Ayot St Lawrence, 2 novembre 1950) nacque da una famiglia protestante del ceto medio. Il padre alcolizzato ridusse la famiglia in condizioni miseria, tanto da spingere l’allora ventenne a raggiungere la madre cantante a Londra. Lì, il futuro artista iniziò a cercare la propria strada. Shaw partecipò alla Fabian Society, movimento socialista e pubblicò nel 1889 i Saggi fabiani (Fabian essays in socialism). A Londra, lo scrittore iniziò l’attività di critico letterario sostenendo, in polemica con le usanze del tempo, un teatro che fosse “una fucina di pensieri, una guida della coscienza, un commento della condotta sociale, una corazza contro la disperazione e la stupidità, e un tempio per l’elevazione dell’Uomo”. Queste idee furono i piloni della sua produzione drammatica cominciata nel 1892 con Le case del vedovo (Widower’s houses) e destinata a durare settant’anni. Con le sue opere toccò argomenti scottanti entrando, a volte, in collisione anche con la censura. Fu il caso di La professione della signora Warren (Mrs Warren’s profession, 1894), in cui affrontò il tema della prostituzione. Le sue commedie concedono poco al sentimentalismo, sono brillanti e sarcastiche e procurano al drammaturgo grandissimo successo con le molte repliche che se ne fecero nei teatri più importanti di Inghilterra, Irlanda ed Europa.
Il pensiero anticonformista e frasi
Bernard Shaw emerge sempre con il pensiero di un programma di rigenerazione sociale, intriso di fiducia. E anche di razionalità, basato sulla convinzione della bontà umana, bagnato di vitalismo e marxismo. Le sue frasi sono taglienti e riescono a raggiungere l’effetto sperato. I personaggi tratteggiati con precisione e caratterizzati alla perfezione, Nel 1925 il premio Nobel per la letteratura coronò l’attività letteraria di un enfant terrible, di un dissacratore saggio, ormai divenuto una solida istituzione dell’anticonformismo. Dopo altre prove letterarie, il drammaturgo morì nel 1950.
Tra le frasi più celebri: “Ogni uomo che ha una mente e lo sa, può sempre battere dieci uomini che non ce l’hanno e non lo sanno” oppure “La vita non è trovare te stesso. La vita è creare te stesso”. Tra le citazioni migliori ci sono “La maggior parte della gente muore con ancora la musica dentro” e “Chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo”. Ci sono pensieri profondi sull’esistenza come “Non smettiamo di giocare perché invecchiamo; invecchiamo perché smettiamo di giocare”. “Le possibilità sono numerose una volta che decidiamo di agire e non di reagire”. Shaw amava ripetere “Al mondo c’è sempre un pericolo per coloro che hanno paura del pericolo”.
Le Opere
Dopo il debutto teatrale con Widowers’ Houses (1892), Shaw continuò a scrivere opere teatrali. Un successo dopo un altro, che culminò con il Premio Nobel.
Tra i tanti lavori teatrali troviamo:
- The Philanderer (Il cascamorto, 1893);
- Mrs Warren’s Profession (La professione della signora Warren, 1894) dove Shaw affronta con sarcasmo il problema della prostituzione;
- Arms and the Man (Le armi e l’uomo, o L’eroe 1894);
- Candida (1895);
- The Man of Destiny (L’uomo del destino, 1896);
- You Never Can Tell (Non si sa mai, 1897);
- The Devil’s Disciple (Il discepolo del diavolo, 1897);
- Captain Brassbound’s Conversion (La conversione del capitano Brassbound, 1899);
- Caesar and Cleopatra (Cesare e Cleopatra, 1893);
- Santa Giovanna (1923)
Nella seconda fase della ricca produzione letteraria si trovano opere che trattano temi politici e religioso-filosofici:
- The Perfect Wagnerite (Il wagneriano perfetto, 1898);
- John Bull’s Other Island (L’altra isola di John Bull, 1904);
- Major Barbara (Il maggiore Barbara, 1905);
- The Doctor’s Dilemma (Il dilemma del dottore, 1906);
- Pygmalion (Pigmalione, 1912);
- Androcles and the Lion (Androclo e il leone, 1913);
- Man and Superman (Uomo e superuomo, 1903);
- Heartbreak House (Casa Cuorinfranto, 1919);
- Back to Matuselah (Torniamo a Matusalemme, 1920)
L’ultima fase dell’opera è caratterizzata da un’accentuata satira politica, che permea gli ultimi drammi:
- L’imperatore d’America (The Apple Cart, 1927); ed. it. Mondadori, Milano, 1930;
- Too True to Be Good (Troppo vero per essere bello, 1931);
- On the Rocks (Fra gli scogli, 1933);
- Idillio villereccio (Village Wooing, 1934);
- La miliardaria (The Millionairess, 1935);
- Genevra (Ginevra, 1938).
Bibliografia italiana e fotografie
Acquista subito i suoi libri e leggi i capolavori. Vincitore del premio Nobel in compagnia di altri celebri autori quali W. B. Yeats, Samuel Beckett e Seamus Heaney. Per quanta riguarda la bibliografia italiana dello scrittore irlandese troviamo Ginevra (Altra bizzarria politica), traduzione di Paola Ojetti, BMM, 1960; Uno sprazzo di realtà (Tragedietta), traduzione di Paola Ojetti, BMM, 1960; Perché lei non volle (Una commedia in miniatura), traduzione di Paola Ojetti, BMM, 1960; La professione della signora Warren, traduzione di Franco De Poli, Fratelli Fabbri Editori, Milano 1969; Candida, traduzione di Franco De Poli, Fratelli Fabbri Editori, Milano 1969; Cesare e Cleopatra, traduzione di Franco De Poli, Fratelli Fabbri Editori, Milano 1969.
Una collezione di 20 mila scatti che saranno resi disponibili dal National Trust, la fondazione che protegge e valorizza il patrimonio culturale del Regno Unito. La maggior parte di queste foto sono state effettuate da lui. Nella collezione si potrà ammirare Vivien Leigh con l’indimenticabile Rossella O’Hara di “Via col vento”. E ancora scrittori come HG Wells e JM Barrie, ma anche di politici, statisti, artisti come Augustus Joh, Laura Knight, e musicisti come Edward Elgar. Non mancherà una foto di captain Scott, l’esploratore dell’Artico e poi foto dell’Irlanda, Algeria, Europa, Nuova Zelanda e Sudafrica. Tutte le stampe furono donate, 31 anni fa, nel 1979 alla London School of Economics.