Daniel O’Connell, conosciuto come il Liberatore, è stato un politico e avvocato irlandese, figura predominante dell’Irlanda nella prima metà del XIX secolo.
Tra le sue battaglie la difesa della popolazione cattolica irlandese, discriminata dalle leggi britanniche, ovvero per l’abrogazione della Leggi penali irlandesi, emesse nel corso del XVII secolo e nei primi anni del XVIII, che discriminavano fortemente i cattolici rispetto agli anglicani.
La biografia
Daniel O’Connell è ricordato in Irlanda come il fondatore di una forma non-violenta di nazionalismo irlandese. Lavorò per l’emancipazione della comunità cattolica tanto da guadagnarli l’appellativo di The Liberator (“Il Liberatore”) o The Emancipator (“L’Emancipatore”).
Nato a Cahersiveen, il 6 agosto 1775 e morto a Genova, 15 maggio 1847, Dónal Ó Conaill, in gaelico irlandese, è vissuto in una famiglia cattolica e benestante. Daniel ebbe dunque la possibilità di studiare giurisprudenza a Douai, in Francia, sostenuto dallo zio Maurice O’Connell. Nel 1794 venne ammesso al Lincoln’s Inn, uno dei 4 tribunali di Londra, e nel 1796 si trasferì al King’s Inn di Dublino. Da giovane prese contatti con i movimenti democratici con l’intento di tutelare i diritti religiosi in Irlanda. Cercò persino di restare fuori dal mondo militare, almeno fino a quando la flotta francese, alleata di Theobald Wolfe Tone, entrò nella baia di Bantry. Era dicembre 1796 quando O’Connell scrisse allo zio affermando di essere l’ultimo dei suoi colleghi a unirsi ai corpi volontari. Così fece. Un mese dopo si aggregò al Lawyer’s Artillery Corps.
Il 19 maggio 1798 O’Connell fu assegnato al tribunale irlandese e divenne avvocato. Passarono quattro giorni e l’Irlanda fu scossa di nuovo dalla sollevazione della Society of United Irishmen, soffocata nel sangue dalle truppe inglesi. Daniel O’Connell non appoggiò la sollevazione poiché era convinto che il modo per affermare i propri diritti fosse quello di usare strumenti politici e non la forza.
La campagna per l’emancipazione dei cattolici
O’Connell perseverò nel suo scopo di concedere l’Emancipazione dei cattolici, ovvero la possibilità per gli irlandesi di religione cattolica di entrare in Parlamento. Nel 1810 mise in atto una strategia fondando la Catholic Association, un’associazione finanziate attraverso quote associative di due penny al mese. La risposta alla sua proposta fu straordinaria. In poco tempo Daniel riuscì a raccogliere molti fondi da utilizzare per fare politica. Oltre a sostenere gli indigenti, l’associazione si occupava delle spese di sostegno a candidati per la Camera dei Comuni.
Nel 1828 ottenne un seggio nella Camera dei Comuni ma non ne prese possesso a causa del suo rifiuto di giurare fedeltà al re Giorgio IV in quanto capo della Chiesa anglicana. Sia il Duca di Wellington, Primo Ministro dell’epoca, sia il Ministro dell’interno Sir Robert Peel, benché strenui oppositori dell’emancipazione dei cattolici, di fronte al rischio di una ribellione o di una guerra civile in Irlanda persuasero il sovrano a riconoscere il diritto dei cattolici e dei presbiteriani ad accedere a cariche parlamentari. Il provvedimento ottenne l’appoggio dei Whig e divenne legge nel 1829, incrinando però il rapporto di fiducia dei Tory nel primo ministro ed in Robert Peel.
Il successo politico
Nonostante i metodi di O’Connell erano non violenti, il suo successo politico scatenò paradossalmente violenza in Irlanda. Era rimasta infatti in vigore una delle più impopolari leggi penali, quella che prevedeva l’obbligo da parte di tutti i lavoratori di sostenere la chiesa anglicana tramite il pagamento delle decime (Tithes). La campagna contro il pagamento dei thites, inizialmente pacifica, divenne violenta nel 1831 quando la neo-fondata Royal Irish Constabulary venne chiamata ad effettuare sequestri delle proprietà per sopperire ai mancati pagamenti e ne scaturì la cosiddetta guerra dei Tithes (1831-36). O’Connell, benché contrario all’uso della forza, prese parte alla battaglia di Carrickshock in seguito alla quale tutti gli oppositori furono assolti.
Nel 1841 Daniel O’Connell divenne il primo cattolico, dai tempi di Giacomo II, a ricoprire la carica di sindaco di Dublino. Durante il suo mandato egli fece intervenire l’esercito contro gli operai in sciopero nella capitale, nel 1838 si rifiutò di appoggiare la richiesta di Sharman Crawford di abolire completamente i tithes, poiché non desiderava mettere in difficoltà i Whig, suoi alleati dal 1835 tramite il cosiddetto accordo di Lichfield House Compact.
L‘abolizione dell’Atto d’Unione
O’Connell fu promotore del movimento per l’abrogazione dell’Atto di Unione, che nel 1801 aveva stabilito l’unione del Regno d’Irlanda e del Regno di Gran Bretagna per costituire il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda. Procedette costituendo la Repeal Association. Egli, che era un abilissimo oratore, tenne una serie di comizi (oltre 40) chiamati monster meetings a causa dell’elevatissimo numero dei partecipanti, nei quali auspicava la ricostituzione e soprattutto l’autogoverno del Regno d’Irlanda, con sovrana la regina Vittoria della quale era un fervido ammiratore.
Il consenso dato da folle di partecipanti allarmò il governo britannico: Robert Peel, a fronte di oltre 250 mila partecipanti radunati a Tara, giunse a proibire il raduno di Clontarf, nei pressi di Dublino. Nel 1843 O’Connell accettò la volontà di Peel e invitò i sostenitori a tornare a casa. Scelta che non impedì il suo arresto. Imprigionato per quasi un anno fu giudicano da una giuria priva di cattolici e di appartenenti al movimenti dei repealers. Soltanto nel 1844 tornò a essere un uomo libero quando la camera dei Lord annullò il verdetto.
Privato dei suoi monster meeting e smorzata la partecipazione al movimento di abrogazione, O’Connell e la sua campagna persero terreno. Il suo irremovibile rifiuto della lotta armata fece sì che un gruppo di suoi sostenitori, guidati da Charles Gavan Duffy, John Mitchel, William Smith O’Brien e Thomas Osborne Davis, fondassero il movimento della Giovane Irlanda (Young Ireland) che si propose di utilizzare mezzi meno pacifici per raggiungere l’indipendenza della Patria.
La morte, il cuore sepolto a Roma
Daniel O’Connell, provato fisicamente per la detenzione, morì nel 1847 a Genova mentre era in viaggio per recarsi a Roma. Le sue ultime volontà furono di essere sepolto nella città eterna. Nella chiesa di Sant’Agata dei Goti è tuttora conservato il suo cuore, mentre il resto del corpo riposa, insieme alla sua famiglia, nel cimitero di Glasnevin a Dublino.
Il figlio John gli successe nella gestione della Repeal Association. A lui è dedicata la principale strada di Dublino, O’Connell Street (chiamata in precedenza Sackville Street, a un estremo della strada si trova un monumento che lo raffigura, opera dello scultore John Henry Foley), e la strada principale di Limerick.