Joe McDonnell nacque a Slate Street, nell’enclave repubblicana di Lower Falls a West Belfast, era il quinto dei nove figli di Robert McDonnell, lavoratore edile. Alla giovane età di 19 anni si sposò con Goretti, una giovane ragazza cattolica della zona di Andersonstown, e dal Lower Falls si trasferì nell’estate di Lenadoon: la coppia ebbe ben presto due figli, Joe e Bernadette.
Quella di McDonnell era una figura conosciuta ma soprattutto molto stimata da tutti i volontari repubblicani. Egli venne arrestato nel 1972 ed incarcerato dapprima nella famigerata Maidstone, la nave-prigione ancorata a largo della baia di Belfast. Successivamente il prigioniero fu trasferito a Long Kesh. Rilasciato, Joe McDonnell entrò immediatamente nella cellula dell’IRA di Andytown. Pochi mesi dopo venne ancora internato. Casa McDonnell divenne ormai consueto luogo di visita per i soldati del British Army.
Anche dopo l’ultimo rilascio, Joe continuò a militare nell’esercito Repubblicano Irlandese e fu perseguitato dalle continue incursioni dei soldati. Raids, percosse e brevi arresti erano diventati ormai ordinaria routine. Venne arrestato insieme a Bobby Sands nell’ottobre del 1976 in seguito ad un attacco dinamitardo contro la Balmoral Furnishing Company nei pressi dell’area di Twinbrook, a Belfast.
Il combattente Joe McDonnell
E, proprio come Sands, Joe McDonnell non riconobbe l’autorità della corte che lo stava giudicando. Fu condannato, proprio con Sands e altri due volontari, a 14 anni a causa della pistola che fu trovata nella loro autovettura al momento della cattura. In totale furono inflitti 56 anni di reclusione in seguito al ritrovamento di un’unica pistola.
Sin dai primi giorni di prigionia Joe rifiutò di ricevere visite poiché questo lo avrebbe costretto ad indossare la divisa carceraria, cosa che avrebbe significato accettare la condizione di delinquente comune: la lotta all’interno delle carceri nordirlandesi per il riconoscimento dello status di prigioniero politico era appena iniziata.
Comunque Joe McDonnell, nonostante la decisione di non volere visite, riuscì a mantenere i contatti con Goretti e la famiglia tramite i comms: ossia piccoli messaggi che di nascosto venivano fatti uscire ed entrare nelle mura del Kesh.
In occasione della campagna di hunger strike del 1980, Joe, ormai un veterano dell’IRA negli
H-Blocks , si rifiutò di partecipare allo sciopero della fame, avendo logicamente a cuore le sorti della sua famiglia. Ma un senso di profondo sconforto dato dalla ostinata intransigenza dell’establishment britannico a riconoscere ai detenuti repubblicani lo status di prigionieri politici. Joe McDonnell si offrì volontario per il nuovo sciopero della fame con la voglia di combattere la linea di criminalizzazione dell’intero movimento repubblicano, messa in atto dal governo Tory di Maggie Thatcher.
Sabato 9 maggio 1981 iniziò a rifiutare il cibo. Nel mese di giugno fu presentato come candidato della lista H-Blocks alle elezioni della Repubblica d’Irlanda, per il distretto di Sligo e Leitrim, e non venne eletto solamente per una manciata di voti.
Alle 5:15 di notte dell’8 luglio e dopo 61 giorni di sciopero della fame, il volontario McDonnell morì. Il corteo funebre nel tragitto da Lenadoon, ossia dalla casa di McDonnell, al cimitero venne attaccato dalle land rover dell’esercito inglese. Ne nacque una sparatoria nella quale venne ferito Patrick Adams, il più giovane fratello dell’attuale presidente del Sinn Fèin.
Joe McDonnell venne sepolto con tutti gli onori militari, nonostante questo ennesimo episodio di dirty war messo in atto dalla British Crown Forces. A lui spettò un posto al fianco di Bobby Sands nel Republican Plot: l’ala dell’IRA all’interno del cimitero di Milltown, a West Belfast.
Hunger strikers
I partecipanti all’Hunger Strike: Sands, Francis Hughes, che morì dopo 59 giorni di digiuno; Patsy O’Hara, 61 giorni; Raymond McCreesh, 61 giorni; Joe McDonnell, 61 giorni; Martin Hurson, 46 gorni; Kevin Lynch, 71 giorni; Kieran Doherty, dopo 73 giorni; Tom McElwee, 62 giorni e Mickey Devine, 60 giorni.